23-03-2013
VOLTERRA S.MICHELE DOMENICA delle PALME C 23.03.2013
Il Signore fissò lo sguardo (Lc 22,61)
Is 50,4-7: Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
Salmo 21: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?.
Flp 2,6-11: Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.
Mc 22,4 – 23,56: La passione del Signore.
Il Signore fissò lo sguardo (Lc 22,61)
Is 50,4-7: Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
Salmo 21: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?.
Flp 2,6-11: Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.
Mc 22,4 – 23,56: La passione del Signore.
“In quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto. E, uscito fuori, pianse amaramente” (Lc 22,60-62).
L’evangelista Luca è l’unico a riportare l’incontro tra Gesù e Pietro dopo il triplice rinnegamento di quest’ultimo, ed è l’unico che riporta la domanda fatta da Gesù a Giuda: “Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?”(Lc 22,48). Pietro e Giuda rifiutano Gesù che li fissa con lo stesso sguardo di pena e di sofferenza con cui egli si è avvicinato alle persone prigioniere del male, dal momento che è venuto non per giudicare ma per salvare. Giuda si autocondanna, e quindi dispera. Non riesce a liberarsi dall’angoscia per quanto ha fatto, e si condanna da solo. Pietro, disarmato e impotente davanti al Maestro, si pente: nello sguardo di Gesù, così inatteso, personalizzato e compassionevole, riconosce non solo la miseria del suo peccato, ma anche l’inesauribile misericordia del Signore. L’accoglie come ancora di salvezza, si commuove e piange. Lo sguardo di Gesù provoca nel discepolo il ricordo delle parole del Signore, e questo ricordo lo fa passare dall’incredulità alla fede.
….. (continua)
L’evangelista Luca è l’unico a riportare l’incontro tra Gesù e Pietro dopo il triplice rinnegamento di quest’ultimo, ed è l’unico che riporta la domanda fatta da Gesù a Giuda: “Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?”(Lc 22,48). Pietro e Giuda rifiutano Gesù che li fissa con lo stesso sguardo di pena e di sofferenza con cui egli si è avvicinato alle persone prigioniere del male, dal momento che è venuto non per giudicare ma per salvare. Giuda si autocondanna, e quindi dispera. Non riesce a liberarsi dall’angoscia per quanto ha fatto, e si condanna da solo. Pietro, disarmato e impotente davanti al Maestro, si pente: nello sguardo di Gesù, così inatteso, personalizzato e compassionevole, riconosce non solo la miseria del suo peccato, ma anche l’inesauribile misericordia del Signore. L’accoglie come ancora di salvezza, si commuove e piange. Lo sguardo di Gesù provoca nel discepolo il ricordo delle parole del Signore, e questo ricordo lo fa passare dall’incredulità alla fede.
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(il testo completo è nel link sottostante)